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Storia del pianoforte: nascita ed evoluzione

Il pianoforte è uno degli strumenti musicali più iconici e amati al mondo. La sua storia ricca e affascinante abbraccia secoli di evoluzione e innovazione, testimoniando il suo ruolo centrale nella musica occidentale.

In questo articolo, esploreremo le origini del pianoforte, la sua trasformazione nel corso del tempo e quali sono i musicisti che hanno contribuito a renderlo uno strumento indispensabile nella musica classica e contemporanea.

Storia del pianoforte: le origini

Le origini del pianoforte risalgono all’epoca del clavicembalo. Nel contesto barocco, il clavicembalo rappresentava uno degli strumenti di primaria importanza per la creazione e l’esecuzione musicale. Bach, con la sua maestria, emerse come uno dei più notevoli virtuosi di quest’ultimo, producendo una vasta gamma di composizioni.

Il clavincebalo (o anche detto gravicembalo) é un membro della famiglia degli strumenti a tastiera, costituito da un corpo di legno che contiene corde. Il suo meccanismo di produzione del suono era basato su una serie di plettri che pizzicavano le corde all’interno dello strumento. Si trattava quindi, di uno strumento a corde pizzicate.

A differenza del pianoforte, in cui la forza con cui si preme il tasto determina il volume del suono, nel clavicembalo il volume era costante e non poteva essere modificato durante la produzione del suono. Questo comportava un limite nella dinamica e nell’espressione musicale. Inoltre, non vi era la possibilità di controllare il suono attraverso i pedali.

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Storia del pianoforte: Chi fu l’inventore?

La transizione dal clavicembalo al pianoforte avvenne gradualmente nel corso del XVIII secolo.

Uno dei piú importanti sviluppi fu l’invenzione del fortepiano (o anche detto Clavincebalo col forte e col piano) da parte di Bartolomeo Cristofori, intorno al 1709. Cristofori era un costruttore di strumenti musicali Padovano al servizio del principe Ferdinando de’ Medici a Firenze.

Il suo obiettivo era creare uno strumento che fosse in grado di suonare sia dolcemente (piano) che forte (forte), da cui deriva il nome stesso.

Questo strumento innovativo differiva dai precedenti clavicembali perché utilizzava un meccanismo di martelletti per colpire le corde anziché plettri, consentendo al musicista di controllare il volume del suono a seconda di quanto forte o delicatamente venissero premuti i tasti.

Con questa invenzione, Cristofori fu il precursore della trasformazione da uno strumento a corde pizzicate a uno a corde percosse.

Nonostante la sua meccanica fosse di semplice concezione, il fortepiano conteneva già i principali elementi meccanici che caratterizzano il moderno pianoforte: martelletti mobili, separati dai tasti, dotati di un semplice sistema di scappamento e singoli smorzatori per ciascuna corda.

Si trattava quindi di un´invenzione straordinaria che apriva nuove possibilità espressive e dinamiche nella musica. Ma nonostante il suo genio inventivo, la scoperta di Cristofori non fu immediatamente accolta con grande entusiasmo.

Tuttavia, il suo lavoro non fu dimenticato e influenzò profondamente la successiva evoluzione dello strumento. I principi fondamentali del pianoforte inventato da Cristofori sono ancora oggi presenti in tutti i pianoforti moderni.

Storia del pianoforte: il periodo del Romanticismo

Dopo l’invenzione di Cristofori, il pianoforte ha continuato ad evolversi nel corso dei secoli. Il periodo del Romanticismo segnò un’epoca di grande splendore per il pianoforte, furono apportate diverse modifiche che hanno ampliato le possibilità espressive dello strumento e migliorato la sua suonabilità.

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Andreas Stein

Tra gli innovatori degni di nota, va citato Johann Andreas Stein, noto per il suo contributo nello sviluppo di una forma innovativa di meccanica, conosciuta come meccanica viennese. Questo tipo di meccanica ha guadagnato grande apprezzamento da parte di Mozart stesso, che ha espresso il suo entusiasmo per lo strumento di Stein in una lettera del 1777.

Le innovazioni di Stein hanno consentito la creazione di uno strumento che soddisfaceva tutte le esigenze, apportando miglioramenti significativi alla struttura stessa del pianoforte.

Introducendo un nuovo telaio rinforzato, Stein ha aumentato la stabilità dello strumento e ha reso possibile l’applicazione di una maggiore tensione alle corde, migliorando così la potenza e la proiezione del suono.

Sébastien Érard

Nel 1821, Sébastien Érard, un rinomato costruttore di pianoforti francese, inventò l’unico accorgimento che mancava alla concezione originale di Cristofori: il meccanismo del doppio scappamento, che rivoluzionò la tecnologia del pianoforte e influenzò profondamente la tecnica di esecuzione pianistica.

Doppio scappamento e pedale del sostenuto

Il meccanismo del doppio scappamento consentiva ai martelletti di colpire nuovamente le corde senza dover completamente sollevare il tasto. Ciò significa che i pianisti potevano suonare le note ripetutamente senza dover attendere che il tasto si sollevasse completamente prima di poterlo premere nuovamente.

Questa innovazione tecnica ha notevolmente migliorato la velocità di esecuzione e la ripetizione delle note sul pianoforte, aprendo nuove possibilità espressive per i pianisti (consentendo loro di suonare note legate, trilli e passaggi veloci con maggiore facilità e precisione).

Un’altra innovazione di Érard é stata l’introduzione del pedale di sostenuto (nel 1808), che consentiva di mantenere le note precedentemente suonate in sospensione anche dopo aver rilasciato i tasti. Tale invenzione permetteva ai pianisti di creare sonorità più ricche e complesse, arricchendo così le possibilità espressive dello strumento.

John Broadwood

Sempre nel corso dell’800, John Broadwood, un costruttore di pianoforti inglese, contribuì a importanti miglioramenti nella costruzione del pianoforte. In particolare, l’adozione di una struttura a telaio di ghisa. Prima di ciò, infatti, i pianoforti avevano solitamente un telaio in legno, il che limitava la stabilità e la resistenza dello strumento. L’uso della ghisa ha permesso di creare un telaio più solido e resistente, che a sua volta ha consentito di applicare una maggiore tensione alle corde, producendo un suono più potente e ricco.

Broadwood ha apportato anche importanti perfezionamenti al pedale “una corda” (già introdotto in precedenza da Cristofori), il quale consentiva di abbassare una delle tre corde per ottenere un suono più morbido. Inoltre, apportò miglioramenti anche al meccanismo del pedale di sostenuto, rendendolo più affidabile e preciso.

Steinway & Sons

A metá dell’800, la ditta Steinway & Sons introdusse significative innovazioni. Nel 1872, Theodor Steinway brevettò il telaio a cupola in ferro, che divenne successivamente adottato da tutti i costruttori.

Inoltre, Steinway inventò il pedale tonale nel 1874, che aveva l’effetto di sollevare solo gli smorzatori delle note che venivano abbassate quando il pedale veniva azionato.

La Steinway dedicava grande attenzione ai dettagli e utilizzava materiali di alta qualità per la tavola armonica, le corde e i martelletti. Questi sviluppi resero i loro pianoforti estremamente apprezzati per la loro qualità e il loro suono distintivo.

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Storia del pianoforte: Muzio Clementi

L´evoluzione del pianoforte da un punto di vista di tecnicismi e prestazione va riconosciuta a Muzio Clementi. Non a caso, infatti, sulla sua tomba troviamo incisa l’iscrizione “Padre del Pianoforte“.

Clementi era un compositore e pianista Italiano che visse a Londra, operando tra il 1770 e il 1825 al servizio di Giorgio III. Dedicó interi anni della sua vita ad esplorare e approfondire il meccanismo pianistico, attraverso il celebre “Gradus ad Parnassum- 100 studi“. Raccolta che ha avuto un impatto duraturo sull’insegnamento e sulla pratica dello strumento, considerata uno dei pilastri del repertorio pianistico.

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I 100 Studi Gradus ad Parnassum furono pubblicati per la prima volta nel 1817 e rappresentano una serie di esercizi progressivi che coprono una vasta gamma di tecniche pianistiche. L’obiettivo di Clementi era fornire agli studenti uno strumento completo per lo sviluppo delle loro abilità pianistiche, guidandoli attraverso una serie di difficoltà tecniche sempre crescenti.

Ogni studio nel Gradus ad Parnassum si concentra su un aspetto specifico della tecnica pianistica, come la velocità delle dita, la loro indipendenza, la forza delle mani e la coordinazione. Gli esercizi includono passaggi virtuosistici, arpeggi, scale, trilli e molti altri elementi tecnici che aiutano lo studente a migliorare la sua padronanza dello strumento.

Nel 1807, istituì a Londra una casa editrice specializzata in musica e una fabbrica di pianoforti, che si affermò come una delle più prestigiose e di successo dell’epoca. La sua ditta produsse pianoforti di elevata qualità, che ottennero grande apprezzamento da parte dei musicisti dell’epoca.

Clementi stesso si dedicò personalmente alla supervisione e al controllo della produzione degli strumenti, apportando idee innovative per il perfezionamento dei modelli. I suoi pianoforti divennero celebri per le loro caratteristiche acustiche, la robustezza della costruzione e la risposta durante l’esecuzione.

Storia del pianoforte: XX secolo

Nel XX secolo, il pianoforte ha continuato a evolversi sia dal punto di vista tecnico che da quello stilistico. Durante questo periodo, sono state introdotte diverse innovazioni che hanno contribuito a trasformare il suono e le caratteristiche degli strumenti.

All’inizio del XX secolo, il pianoforte moderno aveva già raggiunto una forma sostanzialmente simile a quella che conosciamo oggi. Tuttavia, furono apportate alcune modifiche significative.

Una delle innovazioni più importanti fu l’introduzione del sistema di tensionamento delle corde con la staffa di metallo, che permise di aumentare la tensione delle corde e migliorare la stabilità dell’accordatura. Ciò ha consentito ai pianoforti di produrre un suono più potente e ricco di armonici.

Negli anni ’20 e ’30, l’avvento del jazz e della musica popolare ha influenzato lo sviluppo del pianoforte. Sono stati introdotti pianoforti a coda più piccoli e compatti, noti come “baby grand“, che erano più adatti per l’accompagnamento musicale in contesti più intimi come i locali notturni e le case private.

Dagli anni ’50 al XX secolo

Durante gli anni ’50 e ’60, l’industria musicale ha assistito a una crescita significativa della musica rock e pop, che ha portato a una domanda di strumenti con un suono più amplificato e dinamico. In risposta a ciò, sono stati sviluppati i pianoforti elettrici, come il celebre Fender Rhodes e il Wurlitzer, che utilizzavano il principio dell’elettrificazione per produrre suoni distintivi e sfruttare gli amplificatori.

Verso la fine del XX secolo, l’avvento delle tecnologie digitali ha portato all’introduzione dei pianoforti digitali. Questi strumenti utilizzano campionamenti accurati di pianoforti acustici di alta qualità e offrono una vasta gamma di suoni e funzioni aggiuntive. Inoltre, i pianoforti digitali consentono la registrazione diretta, l’uso di cuffie per la pratica silenziosa e la connettività con computer e dispositivi MIDI.

Negli ultimi decenni del XX secolo e all’inizio del XXI secolo, c’è stata anche una rinascita dell’interesse per i pianoforti acustici tradizionali di alta qualità, grazie al loro suono caldo e alla sensazione di suonare un vero strumento.

Gli artigiani continuano a sperimentare nuovi materiali, design e tecniche di costruzione per migliorare ulteriormente le prestazioni e le caratteristiche dei pianoforti acustici.

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Storia del pianoforte: conclusioni

In conclusione, la teoria e l’evoluzione del pianoforte rappresentano un affascinante viaggio attraverso i secoli di sviluppo musicale e tecnologico. Dal suo antenato, il clavicembalo, fino ai moderni pianoforti digitali, lo strumento ha subito notevoli cambiamenti che hanno influenzato la pratica musicale e le possibilità espressive dei compositori e dei pianisti.

La teoria musicale ha contribuito a definire gli aspetti tecnici e stilistici del pianoforte, dalle diverse tecniche di esecuzione ai principi armonici e compositivi che hanno guidato la scrittura pianistica.

Nel corso dei secoli, i grandi compositori hanno spinto i limiti del pianoforte, sfidando le regole dell’arte classica e aprendo nuove strade espressive nel Romanticismo, nell’Impressionismo e nei movimenti musicali successivi.

Parallelamente, l’evoluzione tecnologica ha portato a importanti innovazioni nel design e nella costruzione del pianoforte. Dagli accorgimenti per migliorare la proiezione del suono alla ricerca di materiali più resistenti e al progresso dei pianoforti elettrici e digitali, lo strumento si è adattato alle esigenze e alle possibilità del tempo, garantendo una continuità della sua presenza nell’ambito musicale.

Insieme, la teoria e l’evoluzione del pianoforte rappresentano la fusione di creatività artistica e progresso tecnologico. Lo strumento continua a ispirare e affascinare musicisti e ascoltatori, permettendo loro di esprimere emozioni e trasmettere messaggi attraverso le sue tastiere.

Che sia nelle opere dei grandi maestri o nell’esplorazione di nuove forme sonore, il pianoforte rimane un protagonista imprescindibile nella storia e nell’evoluzione della musica.

Se vuoi continuare ad approfondire la tua conoscenza sul pianoforte, e in particolare sulla differenza tra pianoforte acustico e digitale, puoi leggere questo articolo!

Pianoforte acustico o pianoforte digitale: quale scegliere?”

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